Sei milioni di euro per rifare gli impianti sportivi, ma non bastano: il Comune lancia un sos alle società private

    Sei milioni di euro per recuperare gli impianti sportivi a Cagliari. L’assessore Enrica Puggioni ha presentato il piano oggi in aula: “Abbiamo un patrimonio di impianti sportivi che necessita di urgenti lavori- spiega- per rendere gli impianti finalmente più moderni. Sono soldi che non basteranno a riqualificare tutti gli impianti, punteremo sul palazzetto di via Rockfeller e sui campi dei quartieri dove lo sport è di primaria importanza perchè combatte la dispersione sociale. In particolare punteremo sulle periferie, dove lo sport è la priorità: penso ad esempio a Pirri, Mulinu Becciu, Sant’Elia, Is Mirrionis. Alcuni impianti rimarranno esclusi ma vogliamo favorire anche l’iniziativa dei privati, quindi c’è la possibilità di concedere delle fidejussioni. Serve l’aiuto di privati che abbiano interessi radicati nel territorio, e che abbiano interesse a investire nei nostri impianti. Porremo un limite di anzianità alla società e criteri di iscrizione all’albo Coni: privilegeremo le società dilettantistiche che abbiano interesse davvero all’attività sportiva. Coinvolgeremo dunque società con almeno cento tesserati, che puntino quindi sui giovani. Ci sarà una sorta di microcredito con accesso agevolato”. Davide Carta, capogruppo del Pd, ha presentato un emendamento: “Finalmente potremo adeguare e mettere a norma tutti i nostri impianti sportivi- dice- la scelta importante di destinare sei milioni di euro a tanti impianti e non solo al palazzetto ci consentirà di dare risposte a società che avevano impianti fatiscenti con enormi costi di gestione. Fondamentale per le fidejussioni è la solidità della società sportiva che avrà questi fondi. Vogliamo però premiare le società che svolgono un’azione sociale e puntino sui giovani”. Stefano Schirru del pdl non ci sta: “Questa delibera è frutto della fantasia della maggioranza. Questi sei milioni sono piovuti dal cielo ma sarebbe bene che la commissione girasse di più presso gli impianti di Cagliari. Questi soldi servivano però per un nuovo palazzetto a San Paolo, per creare un nuovo indotto. Invece c’è stata la rinuncia e ora dobbiamo mettere mano agli impianti fatiscenti: il palazzetto di via Rockfeller non sarà mai a norma per competizioni nazionali perchè gli spalti sono troppo ravvicinati e gli atleti rischiano di sfracellarsi. Così rinunceremo anche ai concerti nel nuovo palazzetto”. Giovanni Dore, capogruppo dell’Idv, parla invece di passo importante: “Noi siamo del parere che più impianti messi a norma valgano più di un solo palazzetto. La situazione del basket e della pallavolo a Cagliari è negativa, non c’è richiesta impellente di avere strutture moderne. Nessuno riesce più a riempire lo stesso palazzetto, che può essere invece ben ristrutturato completando la zona che ha sempre avuto la vocazione sportiva in città”. Claudio Cugusi del Pd aggiunge: “Stiamo impegnando denaro del Comune con le fidejussioni e dobbiamo farlo nei confronti di chi dimostra di adempiere alle obbligazioni. Sarebbe stato valido anche assegnare al dirigente la facoltà di valutare le richieste invece che portare ogni volta in consiglio comunale la proposta di fidejussione. Ci saremmo risparmiati una farraginosità inutile, così come è inutile portare ogni volta in aula le pratiche tipo la costruzione di un’ascensore. A volte siamo maestri delle cose superflue. C’è un punto che stiamo sottovalutando: la condizione in cui versa il mercato creditizio in tempi di crisi. Non è facile ottenere il credito sportivo vista la stretta delle banche, ma noi facciamo il tifo perchè i privati possano concorrere al miglioramento degli impianti sportivi”. Alessio Mereu dei Riformatori ha proposto che venga rilanciato anche l’ippodromo del Poetto: “Non esiste solo il calcio”. Francesca Ghirra, presidente commissione sport, spiega: “Per noi è importante lo sport come aggregazione sociale e come educazione dei cittadini. Sappiamo che questi soldi non saranno sufficienti, anche per la pesante situazione che abbiamo ereditato. Sarà importante anche dare agevolazioni sulle tariffe, chi gestisce privatamente impianti paga di più di Tarsu e acqua e andrebbe agevolato”. Sull’emendamento Carta su 33 presenti, hanno votato 23 favorevoli e 33 astenuti. Sul regolamento per i criteri delle garanzie su 36 presenti 23 favorevoli e 13 astenuti. Sull’immediata eseguibilità su 36 presenti 35 favorevoli e 1 astenuto.

    da CASTEDDU ONLINE

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    Regolamento per la predeterminazione dei criteri per il rilascio delle garanzie fideiussorie per la realizzazione, a carico dei concessionari e/o dei locatari, di interventi di costruzione, ristrutturazione, miglioramento e efficientamento energetico di impianti sportivi di proprietà comunale – Protocollo n.214 del 16 luglio 2012
    INTERVENTO DEL CONSIGLIERE GIOVANNI DORE

    Grazie Presidente.
    Io, invece, mi ritengo soddisfatto di questa tripla di interventi che sono stati illustrati dall’Assessore.
    Ritengo che la situazione degli impianti sportivi, come è stato detto, non sia certamente in buone condizioni attualmente, quindi individuare tre rimedi di diverso tipo per cercare di far fronte a queste problematiche sia sicuramente non solo di buon auspicio, ma anche un passo importante.
    È vero, Schirru, ci sono delle priorità, noi abbiamo scelto in questa fase di rivitalizzare una serie di impianti che erano fatiscenti, come hai detto tu, piuttosto che realizzare un impianto che, per carità, una volta realizzato poteva anche avere una sua utilità, ma certamente in questo momento, probabilmente, era ridondante rispetto anche a quelle che sono le esigenze.
    Ricordiamoci che non certo per problemi di impianti sportivi, ma la situazione della pallacanestro e della pallavolo a Cagliari, negli ultimi anni, è abbastanza negativa, per cui non c’è neanche una richiesta così impellente di avere delle strutture eccessivamente moderne, tanto che, attualmente, nemmeno la parte degli spalti aperti del palazzetto dello sport riesce a riempire lo stesso palazzetto.
    Quindi, io credo che, invece, rendendolo più fruibile e ristrutturandolo, in questa prima fase, sia certamente utile riprendere il proprio palazzetto, tra l’altro andiamo a completare tutta una zona che è per eccellenza a vocazione sportiva di Cagliari, sappiamo bene, il compendio di Sant’Elia, le palestre e via dicendo.
    Quindi, credo che quello sia certamente un momento importante.
    Su questo delle fideiussione trovo condivisibile anche i parametri, chiamiamoli così, in un certo modo restrittivi, proprio perché, come qualcuno ha ricordato, le fideiussioni poi, una volta concesse, vanno a incidere anche sugli elementi del bilancio della nostra Amministrazione e sullo stesso patto di stabilità.
    Per cui, non possiamo andare a “regalare” fideiussioni, ma a darle solamente nel caso in cui ci siano, da un lato, certi parametri rispondenti di bilancio; non ci deve essere un avanzo di bilancio per poter avere la fideiussione, significa semplicemente avere delle voci attive e passive, che siano corrispondenti a quello che è l’80% dell’importo.Chiaramente, se ci fosse una società sportiva che arriva a produrre un cosiddetto avanzo pari all’80% certamente non verrebbe a chiedere i soldi al credito sportivo, ma investirebbe direttamente.
    Quindi, si tratta semplicemente di fare operazioni di entrata e di uscita che siano proporzionate a quello che si chiede come ingresso.
    Ricordiamoci, poi, che questi interventi rimarranno, una volta eseguiti e ripagati, a favore degli impianti che sono comunali e non privati.
    L’unico punto che rilevo un po’ problematico nella concessione di queste fideiussione, l’ho già detto in Commissione, però ho visto che non ha raccolto molti consensi nell’aula, è il problema dell’indebitamento, perché nell’ultimo articolo si mette come condizione il fatto che si sia in regola con i pagamenti o che si sia sottoscritto un piano di riparto con almeno tre mensilità di pagamento.
    Qui, a mio avviso, la questione si può prestare a delle sovrapproduzioni di garanzia, per il fatto che, in teoria, è ben possibile che ci sia una associazione sportiva che sia in sofferenza con l’Amministrazione, mettiamo da oltre dieci anni, che sottoscriva un piano finanziario, per il quale è sufficiente che ottemperi per oltre tre mesi.
    Una volta garantito c’è il rischio che, poi, si ritorni sia in sofferenza sia a non sottoscrivere.
    Da questo punto di vista, valuterei che un termine congruo debba essere almeno quello di sei mesi, poi casomai, Assessore, ci dice la sua, per valutare proprio la serietà, perché da un lato c’è la consistenza di bilancio, cioè operazioni attive e passive che siano proporzionate all’intervento, dall’altro lato, sotto il profilo della morosità, potremmo dover andare a garantire dei soggetti che non siano particolarmente affidabili.
    Grazie.

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